Paperblog

mercoledì 26 gennaio 2011

PROGETTO TUTELA CARPA "PTC"




Oggetto: proposta di modifiche al fine della tutela della specie ittica denominata carpa.

L’Associazione
Carpfishing Italia (CFI) nasce circa 17 anni fa da uno sparuto gruppo di appassionati della Provincia di Grosseto. Oggi possiamo vantare un colosso di  quasi tremila soci con ben cento sedi a rappresentare l’associazione in tutta la penisola isole comprese. Una rappresentatività che nessun altra associazione privata della pesca sportiva, può vantare. Una associazione in continuo e concreto movimento che immagazzina risultati ormai a ritmo incessante. Risultati che sono lo specchio del proprio credo, un insieme di etica, professionalità e sociale che si fondono in ogni iniziativa messa in cantiere. Etica, un approccio verso l’ambiente, il pesce e i pescatori che ne è la principale componente e che ha permesso alla nostra associazione di entrare a far parte con FIPSAS e altri gruppi all’Osservatorio Nazionale della Pesca “ONP” organismo deputato a intervenire e proporre iniziative proprio in ambito ambientale. Ne sono prova l’organizzazione di decine di pulizie delle sponde e di recupero di pesce destinato alla sicura morte compiute con estrema professionalità , le nostre manifestazioni sono elogiate da amministrazioni per la loro impostazione di correttezza e di raduno rivolto allo stare insieme. La rappresentanza di CFI in numerose consulte per la pesca sono la testimonianza della conoscenza del territorio, amplificata  dalla presenza di iscritti nelle fila delle guardie volontarie. Non basterebbe una intera pagina per elencare tutte le attività rivolte al sociale messe in piedi da CFI, enduri benefici, raccolta fondi per istituzioni , adozioni a distanza ecc . Tutto questo orchestrato da un consiglio direttivo nazionale e da ben 100 responsabili di sede nonché dal grande lavoro degli iscritti .CFI è presente in tutto il territorio Nazionale con 100 sedi periferiche e 3000 iscritti.


La tecnica
Il Carpfishing nasce come tecnica di pesca specificatamente usata per l’insidia e la cattura delle specie di Carpa Regina Cyprinus Carpio e delle Carpe a Specchio fenotipo di Cyprinus Carpio (Linnaeus, 1758), ciprinidi ormai presenti in tutto il territorio nazionale
Gli appassionati, in Italia, a stima degli operatori di settore, sono circa 30000 distribuiti nell’intero territorio Italiano e non esitano a spostarsi di zona in zona, di regione in regione alla ricerca di  ambiti di pesca sempre più promettenti. A questi si aggiungono migliaia di pescatori provenienti da tutta Europa. La costante crescita di appassionati, moltissimi i giovani che vi si avvicinano, fa si che questa tecnica sia divenuta ormai trainante per l’intero settore pesca e che sia stimolo per nuove attività economiche ad essa direttamente od indirettamente collegate. Importante è ricordare che i carpisti sostano nei luoghi di pesca per diversi giorni, addirittura per settimane intere e questo presuppone un utilizzo importante delle realtà economiche presenti.
Fattore fondamentale che richiama gli appassionati presso i molti laghi naturali , fiumi,  bacini idrici  rappresentati da grandi invasi artificiali presenti nella penisola per svolgere la loro attività ludica è la presenza delle carpe, e possibilmente la presenza di carpe di taglia, da “trofeo”. Si considera da trofeo un pesce che supera glì otto chilogrammi di peso e gli 80 cm di lunghezza.
La tecnica del carpfishing ha le sue basi sul concetto inglese del catch & release, ossia il catturare e rilasciare il pesce nella medesima acqua in cui viene pescato.
Se questo non avvenisse interi laghi, bacini, fiumi, cave ed in generale ogni ecosistema di interesse per la pesca verrebbe in breve tempo reso meno interessante a questa tecnica, ma soprattutto, e questo è sostanziale, perderebbe in modo definitivo  il potenziale riproduttivo impoverendo in modo irrecuperabile le acque interessate.


La carpa
Le carpe, in relazione alla propria genealogia ed all’ambiente nel quale vivono e crescono, raggiungono la maturità sessuale al terzo anno di vita con un peso di circa 3 kg, e possono raggiungere i 40 kg con una produzione di uova di 8/10 mila per kg di peso della riproduttrice.
La capacità riproduttiva quindi per quei pesci che si possono definire da “trofeo” è biologicamente ed oggettivamente da considerarsi di primaria importanza sia per la pesca sportiva in generale e per la tecnica del carpfishing in particolare, che per scopi riproduttivi e quindi della garanzia alla tutela della specie. Gli esemplari che raggiungono un peso di 8 kg hanno di fatto superato considerevole selezione naturale  superando in natura i 6/8 anni di vita.

La proposta
Da queste premesse l’Associazione  “ Carpfisghing Italia “ tramite il proprio Presidente Nazionale Agostino Zurma  presenta una proposta normativa a tutela della specie, una serie di norme che porteranno comune beneficio a tutti gli attori coinvolti e senza arrecare danno ad alcuno.

Gli interessati e beneficiari sono:
I pescatori sportivi praticanti la tecnica del carpfishig.
I pescatori sportivi praticanti tecniche diverse.
I pescatori di professione che non vedranno impoverito irrimediabilmente la popolazione ittica.
Gli enti locali preposti in materia di gestione ittica e del pescaturismo.
I comuni o gli enti locali aventi in gestione acque pubbliche o private.
Le guardie pesca svolgenti attività  di vigilanza e controllo sul territorio.
Il territorio acquatico che non verrebbe sottoposto ad un impoverimento irrazionale e non recuperabile se non con investimenti onerosi, vanificati successivamente dal continuo prelevamento indiscriminato.


La proposta consiste nell’introdurre alcune norme generali, di seguito esposte , da applicarsi su tutto il territorio nazionale.

A)Introdurre la  definizione di dimensioni “massime” dei pesci da prelevare oltre a quelle minime già in essere . Questo a prescindere che l’attività di pesca sia svolta da un pescatore di professione, da un pescatore sportivo o un pescatore che trattenga il pescato per consumo personale. Se nella normativa attuale della provincia esiste un peso inferiore a quello proposto, venga mantenuto quello presente. Questo nel tentativo di ridurre la caccia spietata agli esemplari di taglia, atteggiamento che comporta un grave danno alla riproduzione. Si deve introdurre il concetto di limite massimo al peso del pesce prelevabile con la chiara indicazione che se il pesce supera gli 8 (otto) Kg   questo debba essere rilasciato vivo nello stesso specchio d’acqua in cui è stato pescato.

B) divieto per i pescatori di mestiere, e non solo per i pescatori sportivi, di effettuare la pesca e  quindi alcun prelevamento di carpe durante il periodo di riproduzione e frega.

C) Intensificare i controlli affinché i pescatori professionali non effettuino prelevamenti di pesce al di fuori degli ambiti a loro assegnati e nel rispetto delle norme proposte. 

Considerazioni finali


Il pesca turismo in paesi a noi vicini o storicamente più adeguati ai tempi ed al mercato, hanno posto in essere forme di tutela che hanno fatto sviluppare attività economiche locali significative e molto redditizie.
Si possono citare alcuni significativi esempi:
Romania Lago di Sarulestri.
Spagna Fiume Ebro a Maquinenza dove è risorta un’intera cittadina.
Francia Lago di Cassien e Lago Du Der Chantecoq,l solo per citarne alcuni.
Invero le realtà sorte nel contesto del carpfishing sono moltissime e ricoprono tutti i paesi europei con in prima linea l’Inghilterra, paese d’origine della tecnica. 
Tutti questi luoghi attirano e creano spostamenti intracomunitari consistenti e sottovalutati. In Inghilterra ci sono oltre 40.000 appassionati e si stima che almeno il 10% si rechi in Francia per pescare le carpe in quelle acque.
L’Italia incomincia ad avere alcune realtà private dedicate al carpfishing, ma dal punto di vista pubblico questa opportunità ancora non è stata appieno capita e tutelata e lo dimostra la scarsità di normativa e la mancata incentivazione del settore.
Le acque Italiane sulla carta sono tra le più prolifiche ed adatte allo sviluppo di questa tecnica e i risultati in termini di pesca turismo possono dare dei numeri realmente significativi.
Gli investimenti da fare, introducendo la protezione dei pesci da “trofeo”, sono praticamente nulli. Non sarebbero richieste immissioni di materiale ittico poiché le fattrici garantirebbero il naturale sviluppo e ricambio della fauna ittica.
Ai pescatori non sportivi verrebbe garantito comunque un prelievo ittico per uso alimentare, non arrecando alcun danno alla fauna ittica presente.
Una carpa di 5 kg è gia di dimensioni rilevanti per un “consumo personale”.
Ai pescatori di professione si garantirebbe comunque la possibilità di prelievo ittico, qualora autorizzato da apposita licenza e certificazione sanitaria, sul materiale fino ai 7,9 kg. Esiste in tal senso una forte richiesta dal mercato  di materiale ittico di peso superiore agli 8 kg di qualunque provenienza esso sia,  proprio per il fortissimo incremento delle realtà private di gestione di pesca sportiva.
Tale prelievo ittico però causa un danno ambientale molto rilevante e generalmente non apporta nessun beneficio concreto se non a chi vende il materiale ittico.
Il danno può essere così sommariamente indicato:
-         depauperamento del patrimonio ittico delle acque pubbliche e conseguente lesione degli interessi dei pescatori (se vengono prelevati i pesci da trofeo le acque pubbliche perdono di interesse).
-         diminuzione della capacità riproduttiva in ambienti naturali per il prelevamento proprio del materiale ittico di maggior pregio.
-         forte percentuale di mortalità del materiale ittico prelevato da acque pubbliche dovuta alle fondamentali diversità ambientali tra luogo di provenienza e luogo di immissione in particolare per gli esemplari di taglia elevata.
-         alta probabilità di contaminazione dei pesci con patologie di diversa origine e gravità negli ambienti di immissione.  
I pescatori di professione potrebbero comunque svolgere la loro attività con  pesci sotto il peso di 8 kg, garantendosi  l’incremento futuro di ulteriore materiale ittico. Inoltre verrebbe loro fornita l’ulteriore possibilità di sviluppare attività di pesca turismo rivolta alla carpa proprio in loco.
Gli enti  pubblici preposti alle attività ittiche avrebbero meno costi e più riconoscimento pubblico, garantendo un naturale ciclo di vita derivante dal materiale ittico già presente nel territorio e sviluppando ed incentivando attività economiche di settore oltre che a quelle che sono le attività economiche collegate al turismo in generale.
I comuni in ambito locale vedrebbero un rientro diretto dal bene demaniale con maggiori presenze, nelle acque di interesse, dei pescasportivi.
Le autorità preposte ai controlli verrebbero aiutate dal punto di vista normativo alla gestione e alla punizione e repressioni dei comportamenti illeciti. La semplice detenzione di esemplari superiori ad un certo peso comporterebbe la sanzione amministrativa e l’eventuale revoca della licenza di pesca sia essa sportiva o professionale. La sanzione proposta dovrebbe essere di 10.000 Euro per i pescatori di professione e di 1000 per i pescatori sportivi per ogni infrazione.
I pescatori sportivi italiani e non,praticanti la tecnica del carpfishing vedrebbero tutelati e aumentare  di numero gli esemplari da trofeo, oggetto di loro maggior attenzione.

In attesa di una vostra risposta in merito si inviano distinti saluti.

Il Presidente Nazionale
Agostino Zurma

martedì 25 gennaio 2011

Carpa alla Lettera




Un ringraziamento
ed un in bocca al lupo per il futuro lavorativo
all'Amico Paolo Meneghelli "Pablito"

domenica 23 gennaio 2011

Cena d'Inizio anno... 22 gennaio 2011

Osteria Porto d'Oglio Villachiara (BS)

     Anche quest'anno, 2010 appena passato, il nostro club ha scritto e stà scrivendo una pagina rilevante della propria storia.....
      
     Una storia che ha avuto inizio nel lontano 2001 abbracciando 9 anni di continua attività, quest'anno esattamente il 1° Aprile, il Team Carpfishing Rudiano 55,  la nostra sede periferica di Carpfishing Italia entra nel suo 10° anno di attività, e non è poco direi.
    
      Ho sempre sostenuto nei miei interventi l'importanza di far parte di una Associazione, non solo per indossare un cappellino verde, ma per contribuire e cooperare affinchè l'Associazione cresca oltre il numero iscritti anche nei risultati.


Gli Eventi organizzati dal Team Carpfishing Rudiano quest'anno sono andati tutti a buon fine, anche se la scarsità di risultati rilevanti ha contribuito all'exploit di Simone


     









     Un solo pesce, ma un signor pesce è stato sufficente per far abbracciare a Simone ben 3 Trofei non indifferenti,

          CHAMPIONS LAKE


          TARGA CAVA DI RUDIANO


          CARPA DELL'ANNO "Carp'anno"


I COMPLIMENTI DEL PRESIDENTE

domenica 9 gennaio 2011

Vademecum per il Carpista



CARPFISHING 

VADEMECUM PER IL CARPISTA

E' il primo vademecum nella storia del Carpfishing ed è il frutto dell'esperienza di chi pratica questa pesca da tempo.
Sono pratici consigli per affrontare al meglio le sessioni di pesca, ma soprattutto un segno distintivo del buon carpista. Un corretto approccio assicura noi nell'azione di pesca ed è da esempio per gli altri. Questo consentirà al carpfishing di vivere ancora per molto tempo.


Capitolo 1
SICUREZZA PERSONALE


 

Questo punto è il più importante. Se ci succede qualcosa, non ci può essere niente altro!

Il buon senso può non bastare e pochi accorgimenti e alcune regole di primo soccorso possono rivelarsi preziosissime.

Ricordiamoci che prevenire e quindi fare più attenzione "prima", significa evitare problemi "dopo".


 

  1. NUMERI UTILI: sempre e comunque ricordarsi di memorizzare sul cellulare il numero per le emergenze sanitarie (118) e quelli di pubblica utilità (112 per i carabinieri, 113 per la polizia di stato, 115 per i vigili del fuoco, e il numero "locale" della polizia provinciale del posto che avremo recuperato prima di partire.)
  2. INFORMARE GLI ALTRI: prima di partire informare sempre bene parenti e/o amici dove andiamo esattamente e per quanto tempo ci soffermeremo (in caso di cambiamenti occorre aggiornarli);
  3. PRECAUZIONI: informarsi bene dove abbiamo intenzione di andare e prendere tutte le precauzioni del caso (vestiario adeguato, pantaloni lunghi, scarpe alte, ma anche vaccini).
  4. VALIGETTA DI PRONTO SOCCORSO E MEDICINALI: ricordarsi di portare sempre con se il classico kit di pronto soccorso che deve contenere: betadine/disinfettante, garza sterile in buste e in rotoli da 5cm almeno di altezza, confezione di rete elastica, 1 laccio emostatico, 1 paio di forbici, rotolo di cerotto da 2,5 cm x 5, cerotti, cotone idrofilo, 2 paia di guanti sterili monouso, 2 buste di ghiaccio pronto). Per chi è abituato a prendere medicinali specifici, ricordarsi di portarli dietro, insieme a pomate per scottature e punture di insetti.
  5. VESTIARIO: usare sempre un vestiario adeguato alla stagione / portarsi almeno un ricambio di vestiti / abiti lunghi soprattutto d'estate per evitare incontri spiacevoli.
  6. ATTENZIONE AGLI ALCOLICI: limitare al minimo l'assunzione di alcolici perché rallentano i riflessi e alterano percezione e coscienza e questo può avere anche gravi conseguenze nelle uscite in barca come anche nelle normali operazioni a riva.
  7. NO ALLA DROGA: sostanze stupefacenti e droghe di qualsiasi natura, oltre a mettere a repentaglio la tua vita e quella degli altri, alterano le capacità psico-fisiche causando molto spesso danni permanenti alla salute; nella pesca, così come nella vita, la droga ti allontana dall'essere te stesso; STANNE LONTANO!

 

Per le REGOLE DI PRIMO SOCCORSO occorre fare alcune premesse:

1a premessa: MAI IMPROVVISARSI MEDICI E FARE COSE INUTILI O CHE NON SAPPIAMO perché possiamo peggiorare la situazione. Si devono solo dare/darsi quei "primi aiuti" in attesa dell'ambulanza (che avremo chiamato prontamente).

2a premessa: non bisogna mai sottovalutare un problema, neanche quelli più piccoli perché possono aggravarsi improvvisamente (molto meglio allarmarsi per nulla).

3a premessa: tutto quello che segue lo si trova anche nei manuali di primo soccorso in modo più dettagliato. Ognuno si assume le proprie responsabilità nell'applicazione pratica di quanto riportato.


 

FOTO CON IL PESCE IN ACQUA MAI QUANDO:

- siamo accaldati e l'acqua è fredda (anche se il fondale è basso)

- siamo in fase digestiva

Perdita di coscienza e arresto respiratorio possono essere improvvisi (anche per un nuotatore esperto, e anche su acqua bassa.)


 

SOCCORSO IN ACQUA: solo in situazioni estreme, solo se non si è accaldati o in fase digestiva, solo se si sa nuotare, solo con giubbino salvagente, porgendo un salvagente (la persona agitata è capace di portarci giù). Se si è in barca, far aggrappare la persona sul bordo della barca senza issarla onde evitarne il ribaltamento.

Per sapere come portare una persona a riva è necessario approfondire sulle tecniche di nuoto per salvamento e comunque, una volta a riva è sempre meglio chiamare il 118 perché potrebbe esserci arresto respiratorio e quindi quello cardiaco.


 

DOLORE TORACICO:

dolore al centro del petto, unito a formicolii alle braccia (soprattutto quello sinistro) sudorazione fredda e pallore, difficoltà respiratoria sono i principali segni di un probabile arresto cardiaco. Chiamare immediatamente il 118 ed evitare di muoversi e di bere.


 

ALIMENTAZIONE: mangiare in modo adeguato significa mettere in corpo gli zuccheri necessari per il sostentamento (e la sicurezza personale).

Mangiare poco può portare a debolezza/svenimento (e relative conseguenze).

Mangiare troppo appesantisce e rende difficile e lunga la digestione (e relative conseguenze).

Bere poco porta a disidratazione (e relative conseguenze).


 

L'ALCOOL E I SUOI EFFETTI: rallentamento dei riflessi, difficoltà di coordinamento motorio con possibile perdita di equilibrio, alterazione delle percezioni (anche e soprattutto della temperatura esterna). Questi, durante l'azione di pesca, portano alle conseguenze che si possono ben immaginare, soprattutto se si deve uscire in barca!


 

EMORRAGIA LIEVE ESTERNA: compressione diretta/tamponamento con garza sterile (il laccio emostatico va usato SOLO in situazioni estreme perché può provocare necrosi dei tessuti).


 

FERITA SUPERFICIALE: lavare con acqua pulita (no acqua corrente perché favorisce il sanguinamento), disinfettare, medicare.


 

FERITA PROFONDA CON EMORRAGIA ESTERNA. In questi casi non bisogna mai temporeggiare e anche i secondi sono preziosi: chiamare immediatamente il 118, tamponamento (e pressione) con garze sterili (anche tante e senza rimuoverle) con bendaggio (sempre in compressione) e attesa soccorsi.


 

FERITE PROFONDE ALLA TESTA: vanno trattate in modo diverso perché possono esserci conseguenze "interne". E' necessario ospedalizzare quanto prima (chiamare il 118).


 

OGGETTO CONFICCATO: chiamare il 118, l'oggetto non va mai estratto e la persona va immobilizzata (mantenendo l'oggetto fermo così com'è), attesa dei soccorsi.


 

PERDITA DI COSCIENZA: posizione supina (disteso e pancia all'aria) e gambe sollevate (posizione "antishock") chiamando la persona sino a svegliarlo. La persona deve rimanere in posizione antishock per un po' e poi si deve rialzare lentamente. Non si deve assumere acqua perché si rischia il soffocamento.

Se non riprende coscienza, mettere sul fianco (posizione laterale di sicurezza) e chiamare subito il 118 perché può trattarsi di cose più gravi: coma (in caso di soggetto diabetico) o arresto cardio-circolatorio o altro. Non dare da bere.


 

SOSPETTA FRATTURA: meno ci si muove meglio è! (evitare spostamenti/trascinamenti che possono peggiorare la situazione). Mai tentare di piegare/raddrizzare l'arto (ogni eventuale movimento deve essere fatto spontaneamente dall'infortunato). Non camminare, no muoversi.

Per il trasporto è necessaria l'immobilizzazione con oggetto rigido e fasciatura.

E' sempre e comunque meglio chiamare il 118 e attendere servizio qualificato.

Ricordarsi che un arto leso può anche provocare emorragia interna e richiedere un'ospedalizzazione immediata!


 

EMATOMA: borsa di ghiaccio secco sulla zona interessata appena subito dopo il trauma.


 

CRAMPI: muovere la parte interessata per allungare i muscoli (stretching), massaggiare delicatamente.


 

USTIONE LIEVE: acqua fresca corrente subito dopo (meglio evitare il ghiaccio direttamente sull'ustione), non staccare i vestiti (e quindi la pelle), coprire l'ustione con garza sterile (e umida).


 

USTIONE GRAVE: chiamare il 118, eventuale posizione antishock (gambe sollevate). No polvere sull'ustione, no medicamenti. Coprire il paziente perché c'è il pericolo di ipotermia (reazione di abbassamento della temperatura corporea). Se l'ustione è coperta da indumenti, non bisogna rimuoverli perché si rischia di strappare la pelle.


 

COLPO DI CALORE (può provocare un collasso, ma può anche portare alla morte quindi non bisogna mai sottovalutarlo): la persona va portata al fresco, se cosciente deve bere molta acqua (possibilmente salata), il raffreddamento deve avvenire con gradualità.

Se è freddo e sudato sollevare le gambe e coprire.

Se è caldo e asciutto e sta male chiamare il 118, coprire con lenzuolo bagnato, ventilare.


 

CONGELAMENTO (arti congelati): riscaldare la parte interessata (con delicatezza), allentare ciò che stringe per facilitare la circolazione, muovere/massaggiare (se la parte non è indurita) per far riprendere la circolazione. Cambiare i vestiti se bagnati.


 

IPOTERMIA (associata a brividi, pelle bianca, stanchezza, torpore): mangiare e bere (lentamente) assumere cibo e bevande energetiche (tè forte, caffè, cioccolata), coperta per riscaldare (gradualmente), posizione gambe sollevate, no alcolici. Cambiare i vestiti se bagnati.


 

INTOSSICAZIONE: chiamare il 118 e informare su come la persona è entrata in contatto con la sostanza tossica (per via orale o respiratoria)


 

MORSO DI VIPERA.

PREVENZIONE: meglio prevenire e quindi evitare erba alta, rocce e muri di pietra, cespugli, casolari abbandonati, indossare calzature alte e pantaloni lunghi e spessi, farsi sentire calpestando bene il terreno, mai lasciare a lungo le porte dell'auto aperte, restare immobili e indietreggiare lentamente (mai reagire di scatto).

CURA: non agitarsi e muoversi lentamente (altrimenti il veleno entra in circolo prima), fasciatura da monte verso il morso e quindi verso l'estremità dell'arto (ritarda la propagazione del veleno). Deve essere stretta, ma non troppo (ci deve passare un dito, pur con difficoltà).

Laccio emostatico solo se non sono disponibili fasce, non troppo stretto (non deve chiudere le arterie come ad esempio quella femorale), lo si deve posizionare 10 cm sopra al morso, spostarlo qualche cm più in su ogni 30 minuti e segnare l'orario, arto immobile, lavare con acqua ossigenata (o pulita, no alcool), in caso di trasporto cercare di far muovere la persona il meno possibile.


 

ZECCHE: rimuoverla con pinzetta (senza premere troppo) e movimento rotatorio delicatamente (per evitare di lasciare il rostro attaccato nella pelle), medicare e riferire al proprio medico del morso.


 

VESPE: estrarre pungiglione passando delicatamente la lama di un coltello, lavare con acqua fresca, disinfettare, mettere ammoniaca (vendono degli stick in farmacia), bendare.


 

In tutti i casi va ovviamente considerato anche l'utilizzo di medicinali specifici (pomate, pastiglie, disinfettanti, vaccini e sieri, etc...).


Capitolo 2

AMBIENTE, POSTAZIONE E ATTREZZATURA

Il Carpfishing è una tecnica di pesca che permette di passare piacevoli momenti immersi nella natura.
Il vero carpista è prima di tutto un vero amante della natura e sa bene quanto importante sia portarle rispetto e dare l'esempio ai pescatori vicini.

Decidi le tue mete di pesca non solo in base alla presenza di big carp; il carpfishing e il contatto con la natura sono un patrimonio prezioso che è giusto valorizzare.

Ricordiamoci che in molte province c'è voluto molto tempo per modificare i regolamenti che impedivano, di fatto, la pratica del carpfishing. Gesti sconsiderati e poco educati mettono a rischio i risultati ottenuti grazie all'impegno di carpisti che hanno sacrificato tempo per migliorare le condizioni di pesca di tutti.

Portare rispetto significa preservare i posti di pesca per molto tempo ancora e quindi poter continuare a pescarci.


 

  1. REGOLAMENTI: quando vai in un posto a pescare informati sempre sui regolamenti!
  2. POSIZIONAMENTO: quando decidi di posizionare la tenda in un determinato luogo ricorda che è di fondamentale importanza risultare il più mimetico e discreto possibile. Il vero carpista sa integrarsi perfettamente nella natura senza dare troppo nell'occhio. Una tenda sa offrire spazio sufficiente per la tua sessione, gazebo o teloni troppo grandi sono assolutamente fuori luogo. Non tagliare alberi, rami, non modificare la natura che ti circonda; il vero carpista sa integrarsi all'ambiente in cui pesca. Siamo ospiti della natura e un piccolo spazio è sufficiente per la nostra tenda. Radio e televisioni non sono a tema con l'ambiente naturale ma qualora tu decida di usarli fallo in maniera discreta.
  3. NON ACCENDERE MAI FUOCHI A TERRA! Il fuoco può estendersi rapidamente a tutto ciò che c'è intorno con conseguenze facilmente immaginabili.
  4. STUFA? NO GRAZIE! Meglio non usare la stufa dentro alla tenda. Ricorda che il rischio di addormentarsi con la stufa accesa è molto elevato e ciò può portare a conseguenze drammatiche. Le stufe a gas possono facilmente cadere e innescare rapidamente un incendio.
  5. ILLUMINAZIONE: siate discreti anche con le luci utilizzate! I fari da cinema non servono! Non usare il generatore di corrente, oltre ad essere per nulla indispensabile, è poco consono al nostro stile di pesca e decisamente inopportuno.
  6. CURA DEL POSTO: tieni sempre pulita e in ordine la tua postazione. E' il modo migliore per preservare lo spot di pesca e poterci tornare e sarà il biglietto da visita per chiunque ti veda...guardie, altri carpisti o turisti di passaggio. Occupiamo il nostro tempo libero, in attesa di una partenza, ripulendo la postazione da eventuali rifiuti presenti, un buon carpista deve sempre dare l'esempio. Non lasciamo l'attrezzatura sparsa sulle rive del lago, quando abbiamo finito il suo utilizzo riponiamola nella tenda. Evitiamo quindi di lasciare in giro tavolini con vettovaglie, secchielli, sacchetti dell'immondizia. Ricordati che non basta raccogliere l'immondizia nel sacchetto, poi bisogna ricordarsi di portarla via per poi gettarla nei cassonetti. Utilizza un barattolo per i mozziconi di sigaretta e poi ricordati di mettere anche questo nel sacchetto dell'immondizia. Per i propri bisogni corporali è sempre meglio scavare una buca e poi ricoprirla
  7. ATTREZZATURA: non fare sfoggio della tua attrezzatura, non è quella che ti fa essere un grande carpista! Questo inoltre può attirare su di te l'attenzione di malintenzionati!


Capitolo 3

USO DELLA BARCA E METODO DI PESCA

Ricorda che la barca prima di tutto deve garantire la nostra sicurezza.
Nella fase di acquisto scegliamo un modello consono alle nostre necessità, ma soprattutto teniamo sempre in considerazione che è meglio un po' più grande e stabile, specie se ci saliamo in due.

Valuta sempre le prestazioni fornite dal mezzo (come non andresti in autostrada con una bicicletta, non allontanarti troppo dalla riva in un grande lago con un canotto o una barchina pieghevole.)


 

  1. REGOLAMENTO: REPERIRE E LEGGERE BENE IL REGOLAMENTO VIGENTE NELLA ZONA
  2. EFFICIENZA DELL'IMBARCAZIONE: presta sempre la massima cura per la manutenzione della barca; le barche in pessime condizioni sono molto pericolose!
  3. DOTAZIONI DI BORDO: è necessario rispettare le norme previste dalla legge per la navigazione e avere a bordo sempre le dotazioni di sicurezza previste per il tipo di barca in uso. Per barche che fanno ausilio di motore elettrico è necessario avere eventuale libretto o dichiarazione di potenza del motore e/o certificato di omologazione, polizza assicurativa, eventuale patente nautica laddove richiesta, remi. Per tutte le imbarcazioni: giubbini salvagente!
  4. SALVAGENTE: per utilizzare una qualsiasi imbarcazione è assolutamente indispensabile avere un giubbino salvagente e DEVE ESSERE SEMPRE BEN ALLACCIATO! nel caso di utilizzo di giubbotti autogonfiabili cambiare annualmente il kit di gonfiaggio
  5. TRASFERIMENTI CON LA BARCA: non sovraccaricare mai la barca oltre la sua portata. Inoltre è importantissimo un corretto bilanciamento della barca quindi ricordati di bilanciare bene i pesi (pescatori compresi.)
  6. CALARE GLI INNESCHI: se si portano fuori le lenze farlo al tramonto per ritirarle all'alba, soprattutto in quei posti dove ci sono altri pescatori e dove vige un regolamento preciso in merito. In presenza di ostacoli desistere dal calarvi la lenza, meglio qualche pesce in meno che km di lenza a spasso per il lago. Usare sempre montature sicure per la carpa in caso di rottura.
  7. POSIZIONE IN BARCA E RECUPERO DEL PESCE: non si combatte una carpa in barca stando in piedi ed è meglio sempre tenere il baricentro basso per un maggior equilibrio e controllo. Non ci si piega mai in avanti sul bordo della barca (trasbordo), bisogna invece stare più centrali possibile, allungando solo le braccia fuori dal bordo. A questo proposito meglio avere degli "stabilizzatori". Non lasciamo oggetti liberi di muoversi tipo batterie, eco, ecc.. ma cerchiamo piuttosto di fissarli in qualche modo. Se dopo un combattimento ci troviamo con la carpa nel guadino non cerchiamo di issarla a bordo ma piuttosto lasciamola in acqua, sarà un bene sia per lei che per noi. Ricordati che, anche se sei un buon nuotatore, se la barca si rovescia ti trovi ad affrontare una situazione di pericolo alla quale non sei abituato e si finisce per andare a fondo!!!
  8. LONG RANGE: pescare a lunga distanza comporta maggiori rischi, quindi è sempre meglio non farsi prendere la mano e abusarne. Se vediamo che gli hot spot sono molto lontani da dove ci troviamo, valutiamo di cambiare una postazione. Ricordiamoci che: i pesci sono anche sotto i nostri piedi, ci sono anche gli altri e che il rispetto degli altri e un corretto comportamento ci consentirà di far vivere questa pesca per molto tempo ancora. Anche in questo caso, osservare il regolamento vigente della zona!
  9. CONDIZIONI METEO AVVERSE: mai uscire in barca in presenza di forte vento, e tenere sempre a mente che soprattutto nei grandi laghi le condizioni atmosferiche possono peggiorare nel giro di pochi minuti!

  

Capitolo 4

CURA E MANTENIMENTO DEL PESCATO

Il Carpfishing è una tecnica di pesca nella quale il rispetto del pescato ha primaria importanza.
Non è solo il "Catch & Release" ad essere un punto fermo per questa disciplina; il rispetto totale verso le nostre prede che tanto ci fanno divertire, ci porta a trattarle con cura e attenzione.

Fondamentale è essere attrezzati bene per non arrecare danno al pesce.

Ricorda che TUTTI I PESCI MERITANO RISPETTO, anche quelli che noi chiamiamo "di disturbo"! Avere cura del pesce che portiamo a guadino servirà per continuare a pescare per molto tempo ancora.

Rispetta anche tutti gli animali che durante le sessioni vengono a farti visita, non hai alcun diritto di maltrattarli.


 

  1. REGOLAMENTO: PROCURARSI e LEGGERE BENE IL REGOLAMENTO CHE VIGE NEL LUOGO DI PESCA DOVE CI RECHEREMO e controllare quali eventuali limitazioni esistono in relazione ai punti in questione;
  2. IL GUADINO deve essere di generosa apertura; una volta guadinata la carpa, lasciala riposare in acqua dentro al guadino per qualche istante. Se sganciamo le stecche dal guadino è preferibile non arrotolare/stringere troppo la rete, cercando di mantenere il pesce nella posizione più naturale possibile fino a quando non è adagiato sul materassino.
  3. IL MATERASSINO: sia che la carpa venga adagiata in barca o a riva è di fondamentale importanza che ciò avvenga sopra un morbido MATERASSINO, di adeguate dimensione e precedentemente bagnato (soprattutto quando è stato per molto tempo al sole!)
  4. PESATURA e FOTO: le operazioni di pesatura e di fotografia devono avvenire nel minor tempo possibile; occorre rimanere concentrato su quello che si sta facendo e comunque senza mai allontanarsi dalla carpa che potrebbe uscire dal materassino (si possono anche utilizzare materassini "a chiusura"). Cadute accidentali della carpa possono causarle TRAUMI MORTALI. Ricordarsi di bagnare spesso il pesce tenendo a portata di mano un secchio o una bottiglia con acqua (anche le mani dovrebbero essere sempre bagnate, pena l'effetto "ferro-da-stiro" sul pesce). Quando sollevi la tua cattura, tienila più vicino possibile al petto e appoggiala su di te se tende a sfuggirti. Sono da evitare assolutamente guanti o stracci. Anelli, braccialetti e orologi, è meglio toglierli perché possono provocare danni al pesce e togliere il muco protettivo.
  5. CARP-SAC E UTILIZZO: un vero carpista sa che è meglio non utilizzarlo. Cerca di limitare al massimo il suo utilizzo (divieto d'uso nel periodo di pre e post frega e in alcuni posti dove il regolamento lo vieta). Qualora si intenda utilizzarlo e ove sia consentito, il carp-sac deve essere di adeguate dimensioni e con maglie abbastanza larghe (ma non troppo!) tale da assicurare un corretto ricambio d'acqua/ossigeno (evita quelli economici che fanno la bolla d'aria e non consentono un adeguato passaggio dell'acqua). Il carp-sac deve avere un lungo cordino, deve essere legato bene e con attenzione. I cordini "di serie" generalmente non sono molto lunghi, quindi è consigliabile munirsi di cordino che funga da prolunga, il quale dovrà essere assicurato da ambo i lati nel modo più saldo possibile. Ricorda che un carp sac può ospitare una sola carpa! Ricorda che MAI devi usare il CARP-SAC con gli AMUR! Non sopravvivrebbero! Lasciare le sacche in punti con acqua profonda e prestare la massima attenzione in tutti quei bacini di origine idroelettrica che possono avere sbalzi di livello anche di un metro in poche ore.
  6. IL RILASCIO DEL PESCE: il rilascio è la fase più delicata; fai entrare lentamente la carpa in acqua e trattienila per qualche istante, muovila dolcemente avanti e indietro, quando sarà reattiva lasciala andare. Gli amur sono più delicati, hanno bisogno di più tempo; mentre trattieni un amur massaggia il basso ventre per far uscire l'aria che ha incamerato; quando farai fatica a tenerlo fermo, lascialo andare. IMPARA A GODERE DI QUESTO MOMENTO, il rilascio deve essere una gioia per un carpista e il coronamento di una cattura! Ricorda infine che spostare un pesce da uno specchio d'acqua ad un altro e un atto immorale e ignobile (che il più delle volte causa la morte del pesce) oltre ad essere un reato perseguito dalla legge (D.Lgs. 148/2008).

1a riunione dell'anno


Mercoledì 12 gennaio, 

in Sede, quartier generale del Team,

avrà luogo la prima riunione del Team Carpfishing Rudiano, 
a parte i buoni propositi, il ritrovarsi e conoscere i nuovi arrivati, si avrà modo di presentare il programma 2011, aperte le iscrizioni, si procederà con le prenotazioni per la cena dell'anno.

il Ristorante scelto è una sorpresa, ma come sempre sarà un'ottima scelta.
Durante la cena verranno conferiti i meriti a chi si è distinto nell'anno 2010.

Se vuoi essere dei nostri, presentati, se non vuoi essere dei nostri ma ti interessa la cosa, vedi di esserci, in qualunque modo vieni.


P.zza Martiri della libertà
25030 Rudiano (Bs)







sabato 8 gennaio 2011

L'Associazionismo della Pesca in Italia

Carpfishing Italia
A cura di Andrea Pistorello


L’incontro del 30 dicembre scorso avvenuto tra le maggiori associazioni di pesca italiane è e deve essere sicuramente motivo di riflessione sul ruolo che esse hanno nel panorama della pesca Italiana.
Troppo spesso, nell'ultimo periodo, si sono letti interventi (per lo più sempre dalle stesse persone) nei quali si identificano i limiti delle associazioni monotematiche volendo far trasparire la mancanza di reali e concreti risultati nella tutela dell’ambientale e delle specie ittiche o per lo meno le difficoltà nel farlo.
Paolo & Pisto


Ebbene credo sia utile tentare di dare la reale visione su queste importanti e fondamentali realtà, prendendo spunto anche da quanto emerso dall'incontro del 30 dicembre.


Le associazioni monotematiche nascono per tutelare (nella totalità dei suoi aspetti) diverse discipline di pesca e le specie ittiche ad esse collegate, facendo leva su un punto cardine comune a tutti: la tutela dell'ambiente.
CFI, SCI, LBFI, EI, IBA, UMPEM e altre, sono sigle dentro le quali ci sono realtà nate per la sola tutela della pesca. Grazie a queste sigle la carpa, il luccio, il bass, la trota, ecc. hanno associazioni fatte da pescatori che si prodigano per tutelarle; non ci sono altri interessi o secondi fini.

In qualche intervento nei forum qualcuno ha sollevato che queste distinzioni dividono il mondo della pesca finendo inevitabilmente per rallentare il processo di miglioramento delle nostre acque.



A mio modesto parere questo è un errore. L’identità forte e netta di ogni associazione permette che ogni tecnica e specie ad essa collegata sia tutelata al 100% essendo questo il fulcro per il quale è nata l’associazione stessa. Nessuna altra realtà può tutela la carpa come lo fa CFI, dicasi lo stesso per il luccio e il bass nel caso di SCI, o del barbo per LBFI, idem per le altre associazioni. E la tutela di una tecnica e di una specie implicano di conseguenza la tutela dell’ambiente in cui praticare la tecnica e in cui vive la specie. La tutela ambientale quindi accomuna tutte le associazioni monotematiche.


Entrando più nello specifico, le associazioni operano in tutto il territorio nazionale e gradualmente stanno entrando nelle varie amministrazioni ponendosi come interlocutori con chi è tenuto a legiferare in materia di pesca anche laddove servono i numeri per farne parte ufficialmente ( tenendo conto che solo una minoranza di consulte neccessitano di una quota di iscritti per entrarci). Grazie alle associazioni, da anni è in atto un processo che sta portando una nuova realtà nella politica della pesca: la pesca amatoriale.

Pistorello "Pisto" Andrea





Dal Dopoguerra, in Italia, la gestione della pesca è stata affidata ai pescatori di professione e al mondo dell’agonismo. La pesca amatoriale (quella che facciamo tutti noi) è stata scarsamente presa in considerazione e le associazioni monotematiche nascono proprio per colmare questa mancanza e dare voce a noi pescatori amatoriali.
E’ bene specificare che le associazioni monotematiche non sono in contrasto con le grandi realtà federali della pesca (da sempre presenti e ben radicate in Italia); la collaborazione è essenziale a tutti i livelli e numerosi sono gli esempi di importanti collaborazioni a livello locale. Come ovviamente nessuna strada a preclusa a livello nazionale, senza mai dimenticare l’importanza di conservare la propria identità (per i motivi spiegati sopra).

La capillarità delle associazioni permette di essere presenti e poter intervenire a livello locale e con i pescatori locali. Il territorio Italiano presenta caratteristiche diverse da Regione a Regione (a volte anche nelle stesse Province), di conseguenza diverso deve essere l’approccio relativo al settore pesca; su questo le sedi periferiche (o sezioni) delle associazioni, coordinate dalla sede centrale, hanno un ruolo primario e determinante.

Ho letto di critiche anche sul fatto che pur essendo associazioni di pescatori, manchino le nozioni tecniche quando ci presentiamo alle amministrazioni.
Mi trovo in dissaccordo anche su questo punto.
Proprio perché è importante presentarsi alle amministrazioni con dati tecnici e provati, le associazioni collaborano con ittiologi e centri di studio creati appositamenti (esistenti in tutto il territorio e da molti anni). Inoltre, in parecchi casi, sono proprio ittiologi e studiosi ad essere appassionati di pesca e a collaborare con le associazioni.

Le associazioni di pesca sono un elemento essenziale per il futuro della pesca, è impensabile sostituirle o inglobarle in altre realtà cancellando la loro identità. Proprio la loro identità e specificità sono un patrimonio inestimabile per la pesca italiana. La collaborazione tra di loro, la collaborazione con le grandi federazioni, la collaborazione con gli organi di controllo e la collaborazione con le amministrazioni sono un tassello fondamentale per perseguire l’obbiettivo della tutela della pesca e quella ambientale.

Rilascio in sicurezza





Il pescatore responsabile, quello che dentro di sé coltiva il desiderio che suo figlio possa pescare domani, non può e non deve rimanere indifferente a queste realtà. Il pescatore responsabile, con le associazioni, ha uno strumento che gli permette di fare qualcosa di concreto per il futuro. Il pescatore responsabile può avere voce e qualcuno che lo ascolta.
Oggi più che mai è importante che ogni pescatore prenda coscienza della realtà delle acque Italiane e dia il proprio contributo a salvarle. Molto è stato fatto e molto c’è ancora da fare. Il futuro della pesca e dell’ambiente è nelle mani di ognuno di noi.

************************
CFI SIAMO NOI!!!

Pistorello Andrea

domenica 2 gennaio 2011

Assegnati i Trofei 2010 del Team Carpfishing Rudiano 55

Con astuzia, e sicuramente con una buona dose di Fortuna, visto trattasi di 3 Manifestazioni,

Muratori Simone 

Valoroso Carpista iscritto alla Sede Periferica C.F.I. 
Team Cf Rudiano 55
Si aggiudica con un singolo pesce, una Carpa Specchi "Bobtail"
La "PIETRA" per la Carpa dell'anno "Carp'anno"
Torna a elenco di postLa targa per la "Champions Lake"
e La Targa per il "GP Targa Cava di Rudiano"

***

Un Plauso particolare per il suo impegno condiviso con il socio Foglia Paolo, che li ha visti impegnati sia nel
 "Trofeo CFI" all'Idroscalo di Milano, 
sia nei "Provinciali Fipsas" organizzati dall'Asd Team Carpfishing Rudiano 55
e nella Coppa Italia Fipsas al Lago Bomba.

***

 

CARPA DELL'ANNO


CHAMPIONS LAKE


GRAN PREMIO CAVA DI RUDIANO


*PMcComy Studio's*