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sabato 8 gennaio 2011

L'Associazionismo della Pesca in Italia

Carpfishing Italia
A cura di Andrea Pistorello


L’incontro del 30 dicembre scorso avvenuto tra le maggiori associazioni di pesca italiane è e deve essere sicuramente motivo di riflessione sul ruolo che esse hanno nel panorama della pesca Italiana.
Troppo spesso, nell'ultimo periodo, si sono letti interventi (per lo più sempre dalle stesse persone) nei quali si identificano i limiti delle associazioni monotematiche volendo far trasparire la mancanza di reali e concreti risultati nella tutela dell’ambientale e delle specie ittiche o per lo meno le difficoltà nel farlo.
Paolo & Pisto


Ebbene credo sia utile tentare di dare la reale visione su queste importanti e fondamentali realtà, prendendo spunto anche da quanto emerso dall'incontro del 30 dicembre.


Le associazioni monotematiche nascono per tutelare (nella totalità dei suoi aspetti) diverse discipline di pesca e le specie ittiche ad esse collegate, facendo leva su un punto cardine comune a tutti: la tutela dell'ambiente.
CFI, SCI, LBFI, EI, IBA, UMPEM e altre, sono sigle dentro le quali ci sono realtà nate per la sola tutela della pesca. Grazie a queste sigle la carpa, il luccio, il bass, la trota, ecc. hanno associazioni fatte da pescatori che si prodigano per tutelarle; non ci sono altri interessi o secondi fini.

In qualche intervento nei forum qualcuno ha sollevato che queste distinzioni dividono il mondo della pesca finendo inevitabilmente per rallentare il processo di miglioramento delle nostre acque.



A mio modesto parere questo è un errore. L’identità forte e netta di ogni associazione permette che ogni tecnica e specie ad essa collegata sia tutelata al 100% essendo questo il fulcro per il quale è nata l’associazione stessa. Nessuna altra realtà può tutela la carpa come lo fa CFI, dicasi lo stesso per il luccio e il bass nel caso di SCI, o del barbo per LBFI, idem per le altre associazioni. E la tutela di una tecnica e di una specie implicano di conseguenza la tutela dell’ambiente in cui praticare la tecnica e in cui vive la specie. La tutela ambientale quindi accomuna tutte le associazioni monotematiche.


Entrando più nello specifico, le associazioni operano in tutto il territorio nazionale e gradualmente stanno entrando nelle varie amministrazioni ponendosi come interlocutori con chi è tenuto a legiferare in materia di pesca anche laddove servono i numeri per farne parte ufficialmente ( tenendo conto che solo una minoranza di consulte neccessitano di una quota di iscritti per entrarci). Grazie alle associazioni, da anni è in atto un processo che sta portando una nuova realtà nella politica della pesca: la pesca amatoriale.

Pistorello "Pisto" Andrea





Dal Dopoguerra, in Italia, la gestione della pesca è stata affidata ai pescatori di professione e al mondo dell’agonismo. La pesca amatoriale (quella che facciamo tutti noi) è stata scarsamente presa in considerazione e le associazioni monotematiche nascono proprio per colmare questa mancanza e dare voce a noi pescatori amatoriali.
E’ bene specificare che le associazioni monotematiche non sono in contrasto con le grandi realtà federali della pesca (da sempre presenti e ben radicate in Italia); la collaborazione è essenziale a tutti i livelli e numerosi sono gli esempi di importanti collaborazioni a livello locale. Come ovviamente nessuna strada a preclusa a livello nazionale, senza mai dimenticare l’importanza di conservare la propria identità (per i motivi spiegati sopra).

La capillarità delle associazioni permette di essere presenti e poter intervenire a livello locale e con i pescatori locali. Il territorio Italiano presenta caratteristiche diverse da Regione a Regione (a volte anche nelle stesse Province), di conseguenza diverso deve essere l’approccio relativo al settore pesca; su questo le sedi periferiche (o sezioni) delle associazioni, coordinate dalla sede centrale, hanno un ruolo primario e determinante.

Ho letto di critiche anche sul fatto che pur essendo associazioni di pescatori, manchino le nozioni tecniche quando ci presentiamo alle amministrazioni.
Mi trovo in dissaccordo anche su questo punto.
Proprio perché è importante presentarsi alle amministrazioni con dati tecnici e provati, le associazioni collaborano con ittiologi e centri di studio creati appositamenti (esistenti in tutto il territorio e da molti anni). Inoltre, in parecchi casi, sono proprio ittiologi e studiosi ad essere appassionati di pesca e a collaborare con le associazioni.

Le associazioni di pesca sono un elemento essenziale per il futuro della pesca, è impensabile sostituirle o inglobarle in altre realtà cancellando la loro identità. Proprio la loro identità e specificità sono un patrimonio inestimabile per la pesca italiana. La collaborazione tra di loro, la collaborazione con le grandi federazioni, la collaborazione con gli organi di controllo e la collaborazione con le amministrazioni sono un tassello fondamentale per perseguire l’obbiettivo della tutela della pesca e quella ambientale.

Rilascio in sicurezza





Il pescatore responsabile, quello che dentro di sé coltiva il desiderio che suo figlio possa pescare domani, non può e non deve rimanere indifferente a queste realtà. Il pescatore responsabile, con le associazioni, ha uno strumento che gli permette di fare qualcosa di concreto per il futuro. Il pescatore responsabile può avere voce e qualcuno che lo ascolta.
Oggi più che mai è importante che ogni pescatore prenda coscienza della realtà delle acque Italiane e dia il proprio contributo a salvarle. Molto è stato fatto e molto c’è ancora da fare. Il futuro della pesca e dell’ambiente è nelle mani di ognuno di noi.

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CFI SIAMO NOI!!!

Pistorello Andrea

1 commento:

Unknown ha detto...

Andrea dà un'esatto chiarimento della posizione di CFI nel contesto, e trova in noi di CFI un contesto molto unito e trasparente nel lavoro che svolgeremo assieme alle maggiori Associazioni Italiane delle varie discipline!